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Museo della Città
di Rimini

Museo della Città Rimini

Il Museo, ospitato nel settecentesco collegio dei Gesuiti, nasce nel 1981 per creare un luogo destinato al recupero e al mentenimento della memoria storica del territorio, composto da diverse strutture costruite in diverse epoche che raccontano 2000 anni di storia.

Museo della Città Rimini

La struttura più antica è la “Domus del Chirurgo”, risalente al II secolo d.C. In ottimo stato di conservazione, si tratta di un perfetto esempio di struttura romana, con pavimenti musivi e i soffitti e le pareti decorate da affreschi policromi. La casa era di proprietà di Eutyches, un medico militare proveniente probabilmente dalla Grecia, in cui sono stati ritrovati una gran quantità di reperti, di cui il principale è una cassetta contenente 150 ferri chirurgici. Fu un incendo a opera del popolo degli Alemanni a distruggere la domus, verso la metà del III secolo d.C.  Sopra quest’area vennero poi costruite nuove mura cittadine.

Museo della Città Rimini

L’area non venne più abitata fino al V secolo quando fu eretto un palazzo di proprietà, probabilmente, di un ricco proprietario. Il palazzo si sviluppava intorno ad un giardino interno abbellito da una fontana a ninfeo con canali e comprende molte stanze, ornate da mosaici policromi a motivi geometrici, affacciate su un corridoio. Alcune di esse risultano anche riscaldate.

Museo della Città Rimini

L’agiatezza del padrone di casa è dimostrata inoltre dalla presenza di un’aula absidata, che probabilmente veniva usata come sala di rappresentanza. Il palazzo cominciò a decadere nel VI secolo, ai tempi della guerra tra Goti e Bizantini. Il palazzo fu distrutto, interrato e sopra fu costruito un sepolcrato. Gli scheletri sono ancora visibili nello scavo; i corpi venivano sepolti in fosse semplici, coperti solo da tegole.

Museo della Città Rimini

L’area ebbe tale funzione ino al VII secolo, dopodiché fu costruita un abitazione risalente al periodo altomedievale. Dopo l’VIII secolo, infine, l’area rimase disabitata e venne ricoperta da strati di terreno. Infine, tra Cinquecento e Settecento, il sito divenne luogo di deposito per le provviste dei vicini conventi di san Patrignano e delle Convertite.