..."senza confine" tra Romagna e Marche...







La curiosità che
conduce alla conoscenza

Riscopriamo la storia dei "luoghi quotidiani" tra le province di Rimini e Pesaro Urbino

 

La storia di un territorio è molto spesso celata agli occhi di chi ci abita. Gli abitanti di una città, così presi dalla propria routine quotidiana e così avvezzi alla vista di certi paesaggi, non si accorgono di quanto “comunichino” i ciottoli del centro storico, la rocca che si vede nel tragitto verso casa, il vecchio frantoio ormai abbandonato.

Ogni territorio ha una storia da raccontare, una storia fatta di uomini, di paesaggi scavati e modellati dalla mano dell’uomo. Occorre solo essere curiosi e andare alla ricerca di quella storia, di quell’aneddoto ormai rilegato in un libro polveroso e perso nella memoria.

Nel territorio compreso tra Rimini, Pesaro e Urbino, profondamente segnato dalla dominazione dei Malatesta e dei Montefeltro, i segni che i loro regni hanno lasciato sono evidenti, soprattutto per quell’occhio curioso di ciò che non sa.
Un esempio di quanto detto, fra i tanti, sovviene percorrendo la strada che da Pesaro porta fino alla regione storica del Montefeltro che vide, nell’ormai perduto castello di Montecopiolo, la nascita di coloro che diventarono i Duchi di Urbino. Risalendo la Strada Provinciale Montefeltresca, quando si arriva a Sassocorvaro, porta d’ingresso della regione storica, ci si accorge che qualcosa sta cambiando.

Alle pianure che caratterizzano la zona costiera iniziano ad alternarsi le “dolci colline” sulle cui cime si stagliano le vecchie torri di controllo utilizzate per la difesa del territorio del ducato, che comunicavano direttamente con tutte le numerose rocche e i castelli (11 solo nel Montefeltro), che permettono a noi, attualmente, di tornare indietro nel tempo, in un tempo ormai lontano ma ancora “respirabile” lungo le vie dei paesini dell’entroterra, che preservano ancora la stessa atmosfera.

Ed è proprio camminando, respirando e “annusando” che viene naturale chiedersi quante persone possano aver mai vissuto in quel castello, attraversatone la soglia, trovato protezione all’interno. Si provano emozioni diverse e spontanee, ad esempio pensando a come fosse la quotidianità, entrando nella “dimensione” di allora, o interrogandosi su aspetti particolare come ad esempio sul trattamento riservato ai prigionieri, vedendo le segrete. Entrando nelle stanze adibite a camere si pensa a quale principe o principessa abbia dormito in quel bellissimo letto a baldacchino. Ci si rallegra vedendo il paesaggio dall’alto.

Una vista che si allunga tra le colline e raggiunge il mare, ritenendo fortunato chi ne poteva gioire tutti i giorni.

Le rocche e i castelli racchiudono nelle propria mura i segni di un “passato permanente” in attesa di essere scoperto e compreso da chi è curioso, da chi ama immaginare, da chi si perde nel sogno, nel mito, nel segno di una vita diversa o, semplicemente, in momenti di evasione che fanno tanto bene alla cultura personale all’insegna della conoscenza.