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“Il tesoro di Valbruna”
e “Miti sulla Riviera”

la purezza dei bambini nell'arte poetica di Vincenzo Cecchini

Osservando l’arte pittorica di Vincenzo Cecchini, in questo suo periodo espressivo, sovviene una frase di Pablo Picasso: “Ho impiegato tutta la vita per diventare un bambino”. L’ispirazione al semplice, al folle, al “primitivo”, è fondamentale per comprendere la purezza poetica e portata descrittiva ed evocativa dei suoi dipinti. Così pure si può pensare a Kandinsky, la cui grande produzione avvenne nel 1910, fortemente ispirata ai disegni dei suoi figli.

Il VideoFumetto “Il Tesoro di Valbruna”, scritto e dipinto da Vincenzo Cecchini, viene proiettato al Teatro Snaporaz di Cattolica la sera di sabato 17 maggio 2014 e, subito dopo, inaugura la mostra di pittura “Miti sulla riviera” nella galleria comunale Santa Croce in via Pascoli, che rimane aperta fino al 15 giugno, il sabato e la Domenica dalle 16:30 alle 19:30.

La Banca di Credito Cooperativo di Gradara, sempre attenta alla valorizzazione e alla cultura del territorio, ha dato la sua preziosa sponsorizzazione.

Le opere sono 19, in acrilico su tela. I colori vividi, esprimono con allegria la nostra storia balneare, con accostamenti surreali all’antica civiltà greca e alle sue divinità. “Il sonno di Penelope”, “Il ritorno di Ulisse a Itaca”, “La nascita di Venere dalla spuma del mare”, “Apollo che insegue Dafne” e molti altri. Poesia e ironia fanno emergere il senso dei dipinti con semplicità.

Vincenzo Cecchini dice che “I luoghi in cui viviamo sono magici e non dobbiamo trascurarli. Sono molto più importanti  le cose che non si vedono di quelle che abbiamo sempre innanzi gli occhi”. Per questo motivo, l’artista utilizza una pittura che evoca quella dei bambini e al tempo stesso risveglia il bambino che è in noi.

L’Arch. Fausto Caldari, Presidente della BCC di Gradara, afferma che “Il libro di Valbruna rappresenta la sintesi dell’evoluzione artistica di Vincenzo Cecchini e la vivacità dei colori ricorda quella imprenditoriale della nostra terra, per cui l’opera diventa a suo modi un veicolo di promozione culturale del nostro territorio”.

Potremmo domandarci per quale motivo l’infanzia abbia rappresentato un riferimento mitico per molti pittori dell’ultimo secolo, come ad esempio Picasso oppure Paul Klee o Kandinskij. Era comune in questi pittori il rifiuto della tradizione artistica, radicata nel naturalismo, e allo stesso tempo la ricerca di un modo più diretto ed immediato di rappresentare il mondo, che ai loro occhi emergeva dai disegni dei bambini. In momenti diversi della loro vita artisti come Léon Bakst, Marc Chagall, André Derain, Raoul Dufy, Vasilij Kandinskij, Ernst Ludwig Kirchner, Joan Mirò, Gabriele Munter, in articolare Paul Klee, sono stati influenzati dai disegni dei bambini. Molti di loro hanno dato grande valore ai propri disegni dell’infanzia che avevano conservato. Oscar Kokoschka, nel dipinto “Bambini che giocano” (primi del ’900), trasmette una nuova concezione dell’infanzia e una capacità di cogliere e di rappresentare l’atteggiamento tormentato e allo stesso tempo trasognato.

In conclusione, i bambini sono grandi ispiratori, con la loro curiosità e la capacità di meravigliarsi possono percepire aspetti della realtà e misteri del mondo, che sono afferrabili solo da una mente ingenua, priva di pregiudizi e costruzioni difensive. Questa “visione originaria” è una sorta di paradiso perduto, cui bisogna ritornare se si vuole far rinascere l’arte.

                                                                                                            D. O.