..."senza confine" tra Romagna e Marche...







Contributo SlowSparkling
del Prof. Paolo Fabbri, semiologo

Un ponte abitato

Nelle immagini di Diego Olivieri, di cui fanno parte quelle che appaiono in dissolvenza nella testata del sito VisitRiminiPesaroUrbino.it, è percepibile la sua capacità di cogliere bellissimi dettagli grazie a piaceri sensibili e gusti intellettuali che gli consentono di “vedere” il territorio e saperlo raccontare in una prospettiva che unisce territori confinanti e che, come già dicevo durante SlowSparkling Festival quando Diego ha lanciato la sua idea, favorisce una visione ideale per assaporare qualcosa che ha rilevanza e brillantezza.

Trovo interessante focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti:

  • Le sue luminose fotografie sono molto di più di una raccolta di sguardi, colpi d’occhio separati ed istantanei sul suo spazio di predilezione: il territorio a cavallo tra la Romagna e le Marche, tra Pesaro-Urbino e Rimini. Sono il risultato felice di una curiosità e di una cura. Curiosità per un territorio ricco di “differenze” naturali e umane, coltivate e costruite nel tempo della storia e della memoria, ma anche di importanti ed attuali motivi di “unione”. Cura per una popolazione che possiede ancora l’impagabile risorsa di un nome proprio: i suoi caratteri molteplici e i connotati singolari.
  • In queste immagini, frutto dell’attenzione sostenuta di Diego, si trova l’esito provvisorio di un progetto di più lungo respiro. Un programma conoscitivo che impegna e guida il girovagare sistematico e picaresco di Diego tra i paesaggi -naturali e costruiti- le spiagge e i campi, i borghi e castelli, le case e le fontane, i luoghi di culto, di lavoro e di divertimento. Troviamo ritratti individuali di uomini e di statue, di piante e di animali. Eventi collettivi -fiere, sagre, musica e spettacoli- la cui qualità estetica viene dall’interesse per l’identità dei luoghi e dall’adesione profonda alla vita della persone.
  • Queste immagini formano un repertorio ricchissimo e sorprendente per un un visitatore curioso, ma hanno come primo destinatario coloro che abitano i luoghi che Diego ha percorso, trascelto e fissato. Luoghi spesso nascosti nell’evidenza del quotidiano e che l’abitudine ha reso segreti. Molte di queste immagini rinnovano la nostra percezione abituale e danno a chi li vive una posizione di esteriorità che rimane intima. Li invita a guardare in un modo nuovo che li riguarda da presso. Un esempio, tra i tanti: le modalità tecniche della fotografia, come lo zoom o l’illuminazione riorganizzano il territorio in modo nuovo e inatteso, avvicinando luoghi lontani e mettendo in prospettiva quelli fisicamente vicini. Disegnano un territorio nuovo per l’immaginazione e la vita; suggeriscono l’iniziativa che è il futuro prossimo del fare.
  • Il confine è una linea, ma ha due facce. L’attenzione felice di Diego trasforma un territorio  separato da una frontiera amministrativa in un vasto ponte abitato. Come sono ancora il Ponte Vecchio a Firenze o quello di Rialto a Venezia. Un lungo ponte fatto di centri abitati, strade e di nomi, di rocce e ripiani, di filari e di muri, di cieli e di nuvole. Un ponte da attraversare in tutte le direzioni e in ogni senso.

Non dimentichiamo che il ponte è la metafora dell’attività stessa di Diego Olivieri:
la comunicazione.

Rimini, dicembre 2012

Paolo Fabbri

Semiologo, docente in Italia e all’estero,
Direttore del Centro internazionale di Semiotica e Morfologia di Urbino,
già Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi

www.paolofabbri.it